In data 19 novembre, in seminario si è tenuta durante la
mattina una lectio magistralis del prof. Don Mauro Gagliardi sul tema della
Vera e falsa gnosi di Cristo negli scritti di Ireneo d Lione. L’occasione del
tema di questo ciclo di conferenze è stata l’ufficiosa comunicazione di papa
Francesco, che ha affermato che a breve nominerà il santo vescovo dottore della
Chiesa. Ireneo sarà così il dottore della Chiesa più antico.
La
conferenza si è centrata nella prima parte sulla biografia di Ireneo, per poi passare
all’analisi della produzione di Ireneo e in particolare dell’Adversus Haereses,
il suo scritto maggiore.
Nato nel 130/150
d.C., educato alla fede in ambito familiare, crebbe alla scuola di Policarpo di
Smirne. Si recò poi prima a Roma e successivamente lo troviamo in Gallia; qui
fu ordinato presbitero, ordinato nel 177. Dalla chiesa di Gallia fu mandato poi
a Roma dai confessori della chiesa di Gallia per recarsi da papa Eleuterio e
consegnare una lettera in cui i confessori di Gallia consigliavano di non
interrompere i rapporti con i montanisti. L’essere inviato a Roma gli fece
risparmiare la vita, infatti i martiri furono martirizzati insieme al vescovo
San Potino mentre Ireneo era assente. Tornato in Gallia, Ireneo fu nominato
vescovo al posto di Potino. Era il progetto di Dio che voleva fosse vescovo,
santo, padre e dottore della Chiesa.
Ireneo è
stato riconosciuto dai suoi contemporanei come “Ireneo di nome e di fatto” (“Eἰρήνη”
vuol dire “pace”). Egli cercava sempre la pacificazione; poi interveniva anche
con forza, ma prima di tutto cercava in tutti i modi una soluzione di pace. Da
vescovo si occupò di contrastare la gnosi di Valentino e del suo discepolo
Marco.
Abbiamo due opere giunteci nella loro
interezza:
- Adversus Haereses ; Il titolo è Ἔλεγχος καὶ ἀνατροπὴ τῆς ψευδονύμου γνώσεως (Detectio
et eversio falso cognomitae agnitionis, “Scoperta e rovesciamento di ciò
che è falsamente chiamato conoscenza”);
- Demonstratio predicationis apostolicae (“Dimostrazione della predicazione degli apostoli”);
E abbiamo notizie e frammenti di:
- lettera
a Florino Sulla monarchia (divina) ovvero Che Dio non è l’autore del
male, per confutare che Dio sia autore del male.
- Trattato
“Sull’Ogdoade”, scritto quanto Florino rinnegò la fede
- Lettera
a Blasto “Sullo Scisma”
- Lettera
a Papa Vittore contro Florino per provocare la scomparsa dei suoi scritti. Ireneo cerca la pace in tutti i modi
possibili e immaginabili, ma quando vede che non c’è possibilità, lo stesso
Ireneo che chiede a Vittore di non fare lo scisma, scrive al papa per
distruggere i suoi scritti. Questo perché Florino negava dottrine fondamentali
per la fede.
- Lettera
a Papa Vittore Sulla Pasqua
- Trattato
Sulla conoscenza, edito come raccolta di vari discorsi di cui Eusebio
nomina L’epistola agli Ebrei e la Sapienza di Salomone.
Di altri, anche di paternità incerta, abbiamo pochi frammenti
e notizie.
Adversus
Haereses
L’opera di
Ireneo è utile per conoscere lo gnosticismo antico, in quanto Ireno produce
un’esposizione di prima mano di molte opere o perdute o giunte in opere
tardive. Abbiamo pochi testi gnostici nella forma originale del II secolo.
Quello che abbiamo è spesso stato rimaneggiato nel 3 o 4 secolo.
Ireneo
invece ha studiato le opere a lui coeve e le presenta. Conosce le opere
originali che noi non abbiamo più.
Egli scrive
di aver letto con scrupolo dei discepoli di Valentino e di averne incontrati
alcuni e di averne compreso il pensiero. L’intento di Ireneo è innanzitutto
pastorale: vuole evitare che i cattolici vengano ingannati e vuole tentare la
conversione di coloro che sbagliano.
In questo
scritto Ireneo rivela di conoscere e apprezzare la analogia fidei o nexus
misteriorum. È il fatto che tutte le verità della fede sono tra loro unite
e interconnesse, hanno tra loro un legame e sono tutte legate al centro del
mistero della fede: la Trinità e l’incarnazione redentrice. È il
cristocentrismo trinitario, il centro dei centri: la Trinità e il Messia. Tutte
le verità della fede e della morale hanno una connessione con questo centro. Ed
esse non sono sparse, ma organiche.
La Verità è
tutta collegata, c’è una logica sovrannaturale che non contraddice la natura.
Ciò mostra la logica della fede. La fede ha una logica divina e umana: per
questo Ireneo ne dà un quadro unitario.